L’ipoacusia è un problema molto diffuso nel mondo: sono 360 milioni le persone che ne soffrono, ovvero il 5% della popolazione mondiale, e in Italia le ultime statistiche riportano una cifra che si aggira intorno ai 7 milioni di italiani. Ma che cos’è e come prevenire l’ipoacusia?

L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva che può manifestarsi in qualsiasi età così come sia nelle donne che negli uomini. Si presente di soggetto in soggetto con diverse intensità, dalla più debole alla più acuta, in un solo orecchio oppure ad entrambi. Se la salute uditiva inizia a venire meno è importante non nascondere il problema. La prima cosa da fare è e cercare aiuto, poiché se non trattata in tempo possono insorgere vari disagi riguardanti soprattutto la sfera emozionale e sociale. L’ipoacusia può manifestarsi per varie ragioni: sono infatti molteplici le cause che possono portare un indebolimento dell’udito. Tuttavia almeno la metà di esse possono essere evitate con un’attenta prevenzione.

Una delle ragioni principali dell’ipoacusia è l’invecchiamento dell’orecchio con conseguente degenerazione delle cellule neuro-sensoriali, indispensabili nel “trasportare” l’impulso elettrico causato dall’onda sonora fino al cervello. Anche alcuni comportamenti uditivi sbagliati possono favorire l’insorgere dell’ipoacusia, come un’esposizione prolungata a rumori forti, ossia superiori agli 80 deciBel. L’ipoacusia può presentarsi anche in seguito al trattamento di altre patologie che prevedono l’uso di medicinali o antibiotici ototossici, oppure a causa in infezioni all’orecchio frequenti come le otiti; vi è poi sicuramente un’importante correlazione tra il manifestarsi dell’ipoacusia e una predisposizione genetica.

Le indicazioni dell’OMS

Ci sono però dei consigli comportamentali che indicano come prevenire l’ipoacusia e l’insorgenza di essa, ai quali spesso viene data una scarsa importanza. Infatti secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1 milione di persone tra i 12 e i 35 anni sono a rischio di sordità perché non adottano comportamenti adeguati per prevenire eventuali perdite uditive.

Alcuni dei consigli più semplici e facili da seguire sono questi:

  • non ascoltare musica troppo alta con cuffie auricolari per evitare di danneggiare in maniera irreparabile le cellule cigliate
  • usare preferibilmente la regola del 60/60 quando si ascolta la musica in cuffia (impostare il volume del dispositivo al 60% rispetto a quello massimo e non utilizzarlo per più di 60 minuti consecutivi);
  • non frequentare ambienti troppo rumorosi senza le protezioni adeguate;
  • fare sempre attenzione ad assumere medicinali particolari e farlo solo stretto controllo medico;
  • fare un check-up periodico da uno specialista per verificare la salute uditiva.

Scegliere di non trattare l’ipoacusia aumenta la probabilità di sviluppare disturbi come ansia e depressione. Per questo motivo è bene informare i propri cari della perdita di udito e ricorrere al supporto dell’Audioprotesista per recuperare la serenità!

Che cosa significa “counseling”? E che ruolo ricopre all’interno del mondo audioprotesico? In questo breve articolo cercheremo di chiarire le modalità e le finalità di questa attività svolta dall’Audioprotesista, che ha come fine ultimo il maggior benessere psico-fisico del paziente.

Il counseling (letteralmente ‘consigliare, confortare’) è una delle fasi più importanti e delicate in cui Audioprotesista e paziente collaborano insieme per un fine comune. La soluzione protesica infatti non prevede solamente l’adattamento dell’apparecchio acustico al paziente, ma anche l’inverso: il paziente stesso deve abituarsi all’apparecchio. È proprio in questa fase che nasce la collaborazione fra audioprotesista e soggetto ipoacusico; il counseling audioprotesico è considerato attualmente un insostituibile supporto psicologico-emotivo in questo percorso di adattamento.

I giorni e le settimane successivi alla diagnosi dell’ipoacusia e all’utilizzo degli apparecchi acustici possono essere complicati. Spesso entra in gioco uno sconvolgimento emotivo, soprattutto nel caso di persone giovani. Accettare di avere un problema uditivo e di dover porvi rimedio può non essere facile. Entra qui in gioco il counseling, che ha lo scopo di attivare le risorse che ogni soggetto ipoacusico ha in sé, aumentandone il proprio grado di consapevolezza. Infatti maggiore sarà il coinvolgimento attivo del soggetto nel graduale processo di adattamento alle protesi, maggiore sarà il beneficio e la soddisfazione che ne trarrà.

Il concetto di counseling è racchiuso proprio in questa promozione nel paziente di atteggiamenti attivi, operata dal counselor – in questo caso l’Audioprotesista ovviamente – che però non riveste mai un ruolo principale. Il suo scopo è infatti quello di sviluppare l’autonomia del soggetto ipoacusico, che deve sempre restare l’unico protagonista in questo rapporto. Compito del tecnico Audioprotesista sarà quello di sostenere le scelte che il paziente imparerà a fare con consapevolezza, guidandolo con empatia, autenticità e rispetto.

Non solamente “Audioprotesista”

Nel ricoprire questo ruolo, l’attività dell’Audioprotesista esula dal carattere prettamente tecnico di presentazione e fissaggio di un prodotto o servizio, ma si apre ad una professione più completa e complessa. Il suo compito diventa simile ad una prestazione a contenuto intellettuale, con una conoscenza di base della psicologia e delle regole della comunicazione. Senza un’adeguata informazione e riabilitazione, qualsiasi guadagno elettroacustico non darà mai un completo beneficio.

Vuoi più informazioni riguardo all’attività di counseling o pensi di conoscere qualcuno che possa averne bisogno? Contattata subito l’Audioprotesista!