Come aiutare una persona cara
Soffrire di ipoacusia è un problema che riguarda tutti, non solamente chi ne è affetto. Come una ragnatela, rende tutti prigionieri: gli effetti negativi si riversano anche su chi sta intorno, e aiutare chi ha problemi uditivi diventa un atto generoso per ritrovare la giusta armonia familiare.
La perdita dell’udito ha un impatto enorme sulla vita delle persone che soffrono d’ipoacusia, ma non coinvolge solo loro. Riguarda anche il partner, i familiari e gli amici che si ritrovano a vivere la frustrazione di dover sempre ripetere frasi o parole e sperimentano il dolore di vedere il proprio caro isolarsi, allontanandosi dalle persone e dalle attività che ha sempre amato. Non è piacevole vedere un familiare, attivo e intraprendente, in imbarazzo specialmente quando interagisce con gli altri. Persino le situazioni quotidiane come guardare la TV possono diventare causa di fastidio e malessere, ad esempio per il volume troppo alto.
La perdita uditiva influisce negativamente su una parte importantissima della nostra vita: l’interazione con gli altri. Gestire una vita sociale con i sintomi dell’ipoacusia può essere molto stressante, soprattutto se associati gli effetti dell’invecchiamento. Ecco perché se vediamo un nostro caro in difficoltà, la cosa più utile da fare è agire.
La maggior parte delle persone affette da ipoacusia aspetta fino all’ultimo prima di chiedere aiuto. Questo comportamento è tanto sbagliato quanto deleterio. Più passa il tempo e meno veloci ed efficienti sono i benefici che si possono ottenere anche con una cura adeguata: i nervi essenziali per la funzione uditiva infatti, se non stimolati, perdono la loro capacità di trasmettere suoni al cervello.
Come aiutare i nostri cari
Cosa si può fare quindi per aiutare una persona che ci sta a cuore e che soffre di perdita uditiva? La cosa più importante è parlarne con lei apertamente: falle notare con gentilezza e tatto le sue difficoltà uditive, consigliandole di effettuare una visita audiometrica e magari offrendoti di prenotargliela tu e di accompagnarla personalmente all’appuntamento.
Siate comprensivi e pazienti, soprattutto se trovate una certa diffidenza iniziale. Accettare un problema, ad una certa età, può richiedere del tempo. In questi casi è bene far notare come in realtà non ci sia nulla da perdere nel fare un accertamento medico, ma tutto da guadagnare. Ricordategli che il trattamento dell’ipoacusia ha un elevato grado di successo, che il mercato offre oggi una grande varietà di modelli di apparecchi acustici, pensati per ogni caso e che ci sono molti benefici da trarre nella cura dell’ipoacusia: riacquistare una capacità uditiva ottimale permette di riacquistare anche la fiducia in sé stessi, un’elasticità mentale che con l’ipoacusia si va a perdere e ristabilire una capacità di comunicazione soddisfacente e piena.
Un semplice controllo dell’udito può convincere una persona a te cara a riprendere in mano la propria vita. Consulta l’Audioprotesista: ti saprà indicare con professionalità la strada più giusta.
Due strade destinate a incrociarsi
Gli studi e le ricerche che affermano un maggior rischio di declino cognitivo in persone anziane con problemi di udito sono sempre maggiori. C’è davvero un legame fra perdita uditiva ed effetti negativi sul cervello? E gli apparecchi acustici che ruolo possono giocare?
Il senso dell’udito avviene grazie ad una collaborazione fra orecchio e cervello. Questo elabora ed interpreta i suoni raccolti per mezzo delle orecchie affinché siano comprensibili. Il lavoro di ‘trasformazione’ del cervello prende il nome di ‘carico o sforzo cognitivo’. Se si hanno problemi di udito non trattati, il suono arriva comunque al cervello, ma deformato, degradato: lo sforzo che la mente deve fare per interpretarlo correttamente è maggiore, e richiede più energie del necessario.
Uno studio molto significativo è stato condotto da un team di ricercatori di Baltimora (USA). Essi hanno seguito per sei anni quasi 2000 anziani che presentavano, all’inizio della ricerca, normali capacità cognitive. Il declino ha iniziato a verificarsi con modalità e tempistiche differenti fra chi aveva problemi uditivi e chi no. Per entrare nello specifico i ricercatori hanno stimato che i soggetti ipoacusici hanno un 24% di possibilità più alta di perdere colpi, o detto in altri termini, che un anziano con problemi uditivi impiega circa 7,7 anni per perdere il 20% delle capacità cognitive, mentre per una persona normo-udente ce ne vogliono quasi 11.
La conclusione dello studio secondo i ricercatori statunitensi è univoca: perdita di udito e accelerazione del declino cognitivo sono collegati. Ma quali sono le cause di questo legame? Le ipotesi avanzate e con più credito per ora sono due. Un motivo, il più intuitivo e già citato prima, è che la scarsa capacità uditiva costringe il nostro cervello a sfruttare più energie del dovuto per decifrare i suoni, sottraendone alla capacità di pensare e ricordare. L’altra possibile ipotesi è che gli anziani che ci sentono di meno sono più portati a isolarsi, e quindi non allenano più quella capacità cognitiva necessaria per mantenere un ruolo attivo nella società.
L’utilità degli apparecchi acustici
Ma in questo discorso come si inseriscono gli apparecchi acustici? E come possono tornare utili? è molto semplice. La funzione principale degli apparecchi acustici è quella di elaborare i suoni, affinché il cervello possa interpretarli e comprenderli con facilità. Il loro utilizzo contribuisce così a ridurre lo sforzo cognitivo della nostra mente, lasciando le energie necessarie per compiere altri lavori. I vantaggi e i benefici dell’indossare gli apparecchi acustici sono molti: minor affaticamento mentale, minore sensazione di isolamento e depressione, miglioramento della memoria, maggior attenzione e concentrazione, migliore capacità comunicativa.
Se hai il sospetto di soffrire di problemi cognitivi, o se credi che una persona a te cara possa soffrirne, prenota subito un appuntamento con l’Audioprotesista: la prevenzione è sempre migliore di qualsiasi cura!
La scoperta di un’ipoacusia porta con sé molti dubbi e domande: cosa significa essere ‘ipoacusici’? Cosa è corretto fare? A chi dovrei rivolgermi? Devo veramente correre ai ripari o posso far finta di nulla? Prima di tutto niente panico. Non fare da soli e consultare un professionista sono i primi necessari passi per risolvere questo problema.
L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva che può manifestarsi a tutte le età e con diversa intensità. Consultare subito un audioprotesista appena si scopre di soffrirne è il primo passo giusto da fare. Infatti è molto importante sottoporsi ad una visita specialistica effettuata da personale preparato e competente in problemi che riguardano l’udito. Iniziare quanto prima a cercare aiuto significa avere più possibilità di successo.
Ogni individuo e ogni perdita di udito è unica, così come le esigenze che ne derivano. Per assicurarsi che la soluzione audiologica sia proprio quella che fa per noi, su misura e adeguata al nostro stile di vita è necessario l’aiuto di un audioprotesista. Questa è una figura professionale altamente specializzata, dotata di esperienza e strumenti tecnologici necessari per verificare e misurare con precisione il livello di ipoacusia. Solo così potrà suggerire con precisione e nella piena coscienza una soluzione studiata appositamente per il singolo caso. Gli apparecchi acustici infatti non sono tutti uguali, e saper scegliere quale sia quello giusto è un’operazione che solamente le persone del settore posso fare.
Purtroppo sono ancora molte le persone che scelgono di non cercare aiuto per i problemi di udito, perché ritenuti ‘meno importanti’ rispetto ad altri: si ritiene forse che siano qualcosa a cui si può rimediare semplicemente alzando un po’ di più il volume della TV o chiedere agli altri di ripetere più forte ciò che dicono. In realtà un’ipoacusia non trattata comporta con il passare del tempo problematiche sempre maggiori e che coinvolgono altre sfere, non solo quelle uditive: stress, rabbia, irritabilità, depressione, isolamento, rifiuto sociale, sono solo alcune delle conseguenze di chi per troppo tempo ha ignorato un’ipoacusia.
Cercare una valida soluzione
Scegliere invece di affidarsi ad uno specialista significa recuperare in poco tempo una qualità di vita ottimale ed ottenere miglioramenti significativi in molte aree[1] :
- comunicazione con gli altri
- rapporti familiari armoniosi e sereni
- agio e facilità di comunicazione
- equilibrio emotivo
- lucidità mentale
- benessere fisico
Se pensi di soffrire di ipoacusia, o se credi che un tuo caro possa soffrirne, non esitare a consultare l’Audioprotesista. Lui può e sa come aiutarti!
[1] Studio condotto dal National Council on Aging (NCOA), Istituto di Ricerca Americano senza scopo di lucro.
Cosa sono e quali differenze hanno
Si sente parlare spesso di ipoacusia o più generalmente di problemi all’udito, ma forse non sono ancora così diffuse le cifre delle persone affette da ipoacusia o delle sue tipologie: l’ipoacusia trasmissiva e l’ipoacusia neurosensoriale.
L’ipoacusia è uno dei problemi di salute più diffusi al mondo: basti pensare che solamente in Italia oltre 7 milioni di persone hanno disturbi uditivi e che entro il 2050 saranno più di 900 milioni le persone che nel mondo convivranno con una disabilità uditiva (fonte: L’audioprotesista n. 48, http://audioprotesista.it/?p=2344). Le cause principali dell’ipoacusia sono molteplici, ovviamente alla base vi è l’invecchiamento, ma anche ripetute esposizioni a rumori forti, infezioni, otiti e ovviamente una predisposizione genetica. Anche gli effetti sono vari e facilmente riconoscibili: difficoltà nel percepire chiaramente i suoni, difficoltà nel seguire un discorso in un ambiente rumoroso, ascoltare radio e televisione ad un volume elevato, chiedere spesso di ripetere frasi e parole con la persona con la quale si sta parlando. E in più, tutto ciò che questa situazione comporta, ossia frustrazione, stress, irritabilità e conseguente isolamento e rifiuto delle attività sociali.
Nonostante le varie cause, i tipi di ipoacusia sono sostanzialmente riconducibili a due: l’ipoacusia neurosensoriale e l’ipoacusia trasmissiva.
L’ipoacusia trasmissiva è un problema che riguarda l’orecchio esterno o medio. Una delle cause principali è l’infezione cronica dell’orecchio medio. Questa tipologia è il più delle volte trattabile con un intervento di tipo medico o chirurgico.
L’ipoacusia neurosensoriale è quella più diffusa. Ha origine nell’orecchio interno oppure nel nervo acustico. Questa tipologia è persistente e può essere trattata grazie all’impiego di apparecchi acustici.
Vi è poi l’ipoacusia mista che è data dall’unione delle due tipologie principali.
Se hai curiosità o vuoi informazioni più dettagliate sull’ipoacusia, consulta l’Audioprotesista.
L’ipoacusia è un problema molto diffuso nel mondo: sono 360 milioni le persone che ne soffrono, ovvero il 5% della popolazione mondiale, e in Italia le ultime statistiche riportano una cifra che si aggira intorno ai 7 milioni di italiani. Ma che cos’è e come prevenire l’ipoacusia?
L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva che può manifestarsi in qualsiasi età così come sia nelle donne che negli uomini. Si presente di soggetto in soggetto con diverse intensità, dalla più debole alla più acuta, in un solo orecchio oppure ad entrambi. Se la salute uditiva inizia a venire meno è importante non nascondere il problema. La prima cosa da fare è e cercare aiuto, poiché se non trattata in tempo possono insorgere vari disagi riguardanti soprattutto la sfera emozionale e sociale. L’ipoacusia può manifestarsi per varie ragioni: sono infatti molteplici le cause che possono portare un indebolimento dell’udito. Tuttavia almeno la metà di esse possono essere evitate con un’attenta prevenzione.
Una delle ragioni principali dell’ipoacusia è l’invecchiamento dell’orecchio con conseguente degenerazione delle cellule neuro-sensoriali, indispensabili nel “trasportare” l’impulso elettrico causato dall’onda sonora fino al cervello. Anche alcuni comportamenti uditivi sbagliati possono favorire l’insorgere dell’ipoacusia, come un’esposizione prolungata a rumori forti, ossia superiori agli 80 deciBel. L’ipoacusia può presentarsi anche in seguito al trattamento di altre patologie che prevedono l’uso di medicinali o antibiotici ototossici, oppure a causa in infezioni all’orecchio frequenti come le otiti; vi è poi sicuramente un’importante correlazione tra il manifestarsi dell’ipoacusia e una predisposizione genetica.
Le indicazioni dell’OMS
Ci sono però dei consigli comportamentali che indicano come prevenire l’ipoacusia e l’insorgenza di essa, ai quali spesso viene data una scarsa importanza. Infatti secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1 milione di persone tra i 12 e i 35 anni sono a rischio di sordità perché non adottano comportamenti adeguati per prevenire eventuali perdite uditive.
Alcuni dei consigli più semplici e facili da seguire sono questi:
- non ascoltare musica troppo alta con cuffie auricolari per evitare di danneggiare in maniera irreparabile le cellule cigliate
- usare preferibilmente la regola del 60/60 quando si ascolta la musica in cuffia (impostare il volume del dispositivo al 60% rispetto a quello massimo e non utilizzarlo per più di 60 minuti consecutivi);
- non frequentare ambienti troppo rumorosi senza le protezioni adeguate;
- fare sempre attenzione ad assumere medicinali particolari e farlo solo stretto controllo medico;
- fare un check-up periodico da uno specialista per verificare la salute uditiva.
Scegliere di non trattare l’ipoacusia aumenta la probabilità di sviluppare disturbi come ansia e depressione. Per questo motivo è bene informare i propri cari della perdita di udito e ricorrere al supporto dell’Audioprotesista per recuperare la serenità!