test dell'udito

Due strade destinate a incrociarsi

Gli studi e le ricerche che affermano un maggior rischio di declino cognitivo in persone anziane con problemi di udito sono sempre maggiori. C’è davvero un legame fra perdita uditiva ed effetti negativi sul cervello? E gli apparecchi acustici che ruolo possono giocare?

Il senso dell’udito avviene grazie ad una collaborazione fra orecchio e cervello. Questo elabora ed interpreta i suoni raccolti per mezzo delle orecchie affinché siano comprensibili. Il lavoro di ‘trasformazione’ del cervello prende il nome di ‘carico o sforzo cognitivo’. Se si hanno problemi di udito non trattati, il suono arriva comunque al cervello, ma deformato, degradato: lo sforzo che la mente deve fare per interpretarlo correttamente è maggiore, e richiede più energie del necessario.

Uno studio molto significativo è stato condotto da un team di ricercatori di Baltimora (USA). Essi hanno seguito per sei anni quasi 2000 anziani che presentavano, all’inizio della ricerca, normali capacità cognitive. Il declino ha iniziato a verificarsi con modalità e tempistiche differenti fra chi aveva problemi uditivi e chi no. Per entrare nello specifico i ricercatori hanno stimato che i soggetti ipoacusici hanno un 24% di possibilità più alta di perdere colpi, o detto in altri termini, che un anziano con problemi uditivi impiega circa 7,7 anni per perdere il 20% delle capacità cognitive, mentre per una persona normo-udente ce ne vogliono quasi 11.

La conclusione dello studio secondo i ricercatori statunitensi è univoca: perdita di udito e accelerazione del declino cognitivo sono collegati. Ma quali sono le cause di questo legame? Le ipotesi avanzate e con più credito per ora sono due. Un motivo, il più intuitivo e già citato prima, è che la scarsa capacità uditiva costringe il nostro cervello a sfruttare più energie del dovuto per decifrare i suoni, sottraendone alla capacità di pensare e ricordare. L’altra possibile ipotesi è che gli anziani che ci sentono di meno sono più portati a isolarsi, e quindi non allenano più quella capacità cognitiva necessaria per mantenere un ruolo attivo nella società.

L’utilità degli apparecchi acustici

Ma in questo discorso come si inseriscono gli apparecchi acustici? E come possono tornare utili? è molto semplice. La funzione principale degli apparecchi acustici è quella di elaborare i suoni, affinché il cervello possa interpretarli e comprenderli con facilità. Il loro utilizzo contribuisce così a ridurre lo sforzo cognitivo della nostra mente, lasciando le energie necessarie per compiere altri lavori. I vantaggi e i benefici dell’indossare gli apparecchi acustici sono molti: minor affaticamento mentale, minore sensazione di isolamento e depressione, miglioramento della memoria, maggior attenzione e concentrazione, migliore capacità comunicativa.

Se hai il sospetto di soffrire di problemi cognitivi, o se credi che una persona a te cara possa soffrirne, prenota subito un appuntamento con l’Audioprotesista: la prevenzione è sempre migliore di qualsiasi cura!